Roma (Red) – Il 2 marzo 2018 è una data destinata ad entrare nella storia, una di quelle date che segnano il tempo della nostra vita e della vita dell’intera Umanità. Come il 12 ottobre del 1492, il giorno della Scoperta dell’America; il 12 luglio 1789, quando scoppiò la Rivoluzione Francese con la presa della Bastiglia; il 20 settembre 1870, quella della Breccia di Porta Pia e della nascita dello Stato Italiano. Ieri, 2 marzo 2018, sono stati firmati al Ministero dello Sviluppo Economico i decreti per la promozione dell’uso del biometano nel settore dei trasporti e le agevolazioni per le imprese a forte consumo di gas naturale. Il Ministro Carlo Calenda (nella foto) ha firmato un provvedimento particolarmente atteso sia dal settore agricolo che da quello che si occupa della gestione del ciclo dei rifiuti.
Col Biometano l’Italia va verso l’indipendenza energetica
Con questo decreto l’Italia, già all’avanguardia in Europa, si pone l’obiettivo del 10% al 2020 del consumo di energie rinnovabili nel settore dei trasporti, al cui interno è stato fissato il sub target nazionale per il biometano avanzato e gli altri biocarburanti avanzati, pari allo 0,9% al 2020 e all’1,5% a partire dal 2022. Il provvedimento è in linea con quanto previsto dalle Direttive UE sulla promozione dell’energia da fonte rinnovabile e dalla cosiddetta direttiva “ILUC”, e di fatto anticipa quanto si sta decidendo a Bruxelles nella discussione sulla nuova proposta di direttiva sulle rinnovabili. Inoltre il meccanismo previsto nel decreto non incide in nessun modo sulle bollette del gas né dell’elettricità: infatti è finanziato esclusivamente dai “soggetti obbligati” (operatori economici che vendono benzina e gasolio, e che quindi hanno da tempo l’obbligo di immetterne una parte sotto forma di biocarburanti, che quindi è oggi già incluso nel prezzo finale alla pompa).
Meno rifiuti e più agevolazioni fiscali
È inoltre previsto che si sostituiscano biocarburanti per lo più di importazione (biodiesel) con biometano prodotto sul territorio nazionale, promuovendo la filiera nazionale, aiutando il ciclo dei rifiuti (FORSU) e gli agricoltori nazionali. Inoltre Calenda, con la firma del decreto interministeriale che avvia l’iter di revisione del sistema dei corrispettivi pagati dalle imprese industriali a forte consumo di gas naturale, al fine di stabilire un sistema di agevolazioni analogo a quello previsto per le imprese energivore e finanziare le misure di decarbonizzazione, ha fatto sì che sia rivista la definizione di impresa “gasivora” per uniformarla a quella contenuta nelle Linee Guida della Ue in materia di aiuti di stato nel settore energetico fissando criteri generali relativi alla cumulabilità delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di gas naturale, qualora siano attive per esse anche quelle relative al costo dell’energia elettrica. Il decreto, inoltre, stabilisce per le imprese che utilizzano il gas naturale come materia prima per uso non combustibile (tra cui la chimica e i fertilizzanti) e con consumi superiori ad una determinata soglia, le modalità attraverso cui l’ARERA potrà introdurre l’esenzione dal pagamento delle specifiche componenti tariffarie a copertura degli stessi oneri di decarbonizzazione. È una vera e propria rivoluzione perché, oltre a consentire all’Italia di recuperare molto terreno nell’ambito dell’energia prodotta sul territorio nazionale (oggi l’Italia è un grande importatore di energia non avendo centrali nucleari attive), permette di risolvere molte situazioni di criticità nell’ambito dello smaltimento rifiuti.
Ma cos’è il Biometano?
Il Biometano è una delle componenti più importanti della cosiddetta green economy, un panorama di 385.000 imprese in grado di creare nuova occupazione come nessun altro settore industriale, con una stima di 190.000 entro il 2030, al netto dell’attuale sistema.
Per la realizzazione piena della green economy si tratta di favorire l’economia circolare che mette la parola fine agli sprechi perché come dice il chimico francese del XVIII secolo Antoine Lavoisier “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Tutto parte dal ciclo integrato di gestione dei rifiuti, con la Commissione Europea che ha di recente innalzato gli obiettivi di riciclo complessivo al 2030 dal 65% al 75%.
In questo contesto il biometano avrà in futuro un ruolo sempre più importante in termini di sostenibilità: da un lato può ridurre le emissioni di gas climalteranti (circa il 12% a livello globale), dall’altro può diventare energia rinnovabile (elettricità e calore) e biocarburante avanzato.
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