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Ascopiave punta 30 milioni sull’eolico: entro l’anno il via a un parco in Italia
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Ascopiave punta 30 milioni sull’eolico: entro l’anno il via a un parco in Italia

21 Settembre 2021 Protagonisti 16

(Fabio Paoloni di Nordest Economia) – Al via entro l’anno i lavori per la realizzazione di un parco eolico da trenta milioni di euro di investimento. La strategia “green” di Ascopiave prende forma: la municipalizzata trevigiana diversifica il proprio portafoglio produttivo senza perdere di vista il proprio core business, quello della distribuzione di gas.

Il progetto
“Stiamo lavorando a un progetto da circa 30 milioni di euro per la realizzazione di un parco eolico, in consorzio con altre società, per entrare anche in questo segmento delle energie rinnovabili” spiega Nicola Cecconato, presidente e amministratore delegato di Ascopiave. Un piano annunciato qualche settimana fa, e che ora sta prendendo contorni definiti sia dal punto di vista temporale – via al cantiere auspicabilmente entro il 2021 – sia da quello geografico. Cecconato non vuole sbilanciarsi, ma gli indizi sono due: uno – ovvio – è che “il parco sarà realizzato dove c’è vento, dopo aver condotto studi anemometrici” dice Cecconato; l’altro è che sarà in Italia.
Il progetto prevede la produzione in house anche delle stesse pale eoliche. “Un progetto relativamente piccolo, ma che rappresenta la volontà di diversificare il nostro business e muoverci verso le energie rinnovabili, come previsto dal nostro piano industriale 2020-24 – spiega ancora il numero uno della quotata – Una voce che vale 118 milioni di euro e che prevede, oltre agli investimenti in impianti di fonti rinnovabili tra cui eolico e idroelettrico, anche alcuni nel biometano, nell’efficientamento energetico e nel servizio idrico”.

L’idroelettrico
Altro fronte di interesse, sempre in tema di transizione e di energie rinnovabili, è quello dell’idroelettrico: Asco nei mesi scorsi ha partecipato con Iren all’asta per gli asset ceduti da Erg, un sistema integrato di produzione di energia idroelettrica che si estende fra Umbria, Lazio e Marche, composto da 19 impianti idroelettrici, sette dighe, quattro bacini per una produzione media annua di circa 1,5 TWh.
“Sfortunatamente non è andata a buon fine – dice Cecconato, alla luce della vittoria di Enel Produzione che ha messo sul piatto un miliardo di euro – abbiamo presentato un’offerta sfidante, con la volontà di vincere ma anche stando attenti a far sì che l’investimento potesse essere profittevole. Ci ha superato un soggetto di gran lunga più grande di noi, che può permettersi di valutare elementi che vanno al di là della mera marginalità per dare un segnale al mercato. Noi dobbiamo rendere conto ad azionisti e stakeholders”.

Altre gare
La volontà, comunque, «è quella di partecipare ad altre gare, di taglio più piccolo, tra i 50 e gli 80 milioni di euro, nel Nord Italia». La distribuzione del gas resta il motore di Ascopiave, ma anche nel core business si dà un occhio alla sostenibilità.
“Il gas naturale è il combustibile fossile meno inquinante, e avrà un compito importante in questa fase di transizione. Stiamo investendo una decina di milioni nella produzione di biometano, in collaborazione con le aziende agricole del territorio – spiega Cecconato – che verrà immesso direttamente in rete. Confidiamo in bandi specifici inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
La multiutility di Pieve di Soligo ha chiuso il primo semestre 2021 con un utile netto per 26,9 milioni, in crescita del 26,8% sulla prima metà dello scorso anno. L’Ebitda si attesta a 31,6 milioni rispetto ai 29,6 di un anno fa. In base al piano industriale 2020-2024 il gruppo punta a chiudere il quinquennio con un Ebitda per 87 milioni, un utile netto di 51 milioni, investimenti per poco meno di 500 milioni e dividendi in crescita di 0,5 centesimi per azioni rispetto ai 16 centesimi distribuiti per l’esercizio 2020.

Fotovoltaico e idrogeno
Asco non intende investire in parchi fotovoltaici, tema molto discusso – in primis dalle categorie degli agricoltori – soprattutto dal punto di vista del consumo di suolo.
L’idrogeno, invece, rappresenta una sfida, ma non una sfida a breve termine: “Tema complesso, dal punto di vista della produzione e della distribuzione – conclude il presidente e amministratore delegato del gruppo con quartier generale a Pieve di Soligo – Lo studiamo, ma nel nostro piano industriale non sono previsti investimenti significativi in questo campo se non quelli tesi a creare nuclei di ricerca”.

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Luca Paganelli - referente LNG di Federmetano
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