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I pilastri della transizione ecologica di Cingolani: dai sussidi ambientalmente dannosi alle rinnovabili
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I pilastri della transizione ecologica di Cingolani: dai sussidi ambientalmente dannosi alle rinnovabili

19 Ottobre 2021 Approfondimenti 0

(Rosita Cipolla di Green Me) – Sono tre i pilastri su cui poggerà il processo di transizione ecologica del nostro Paese da qui ai prossimi cinque anni. A illustrarli il ministro Roberto Cingolani, che qualche giorno fa ha presentato alle commissioni Ambiente del Parlamento la proposta del Piano di transizione ecologica.
I punti principali indicati dal ministro sono: riduzione attiva delle emissioni delle industrie e dei trasporti, economia circolare e la cosiddetta riduzione passiva, che riguarda il ripristino degli ecosistemi. Vediamo più nel dettaglio cosa prevede il programma.

Riduzione attiva delle emissioni
Per il ministero della Transizione ecologica la priorità è il taglio del 55% di emissioni di CO2 entro il 2030, mentre entro il 2050 la sfida è quella del ‘net zero global’.
“Anche se c’è un po’ la sensazione che non arriveremo mai a zero produzione di CO2: dobbiamo ridurre e poi compensare” spiega Cingolani.
Un punto fondamentale è quello relativo al consumo di suolo, che dovrebbe raggiungere l’obbiettivo zero nel 2030, “minimizzando tutti gli interventi di artificializzazione e migliorando il ripristino delle aree più compromesse.”
“Il Piano prevede la messa in sicurezza del territorio con un investimento molto importante, ma non è solo un piano di mitigazione del danno: ci sono anche misure di prevenzione con strumenti tecnologici di monitoraggio che stiamo discutendo con la Protezione civile” chiarisce il ministro.
Per quanto concerne i sussidi ambientalmente dannosi (SAD), Cingolani ha ribadito che la loro eliminazione “non è più negoziabile, ma non si devono creare scompensi sociali che sarebbero, in questo momento, quanto mai duri per categorie che peraltro hanno già subìto il lungo periodo Covid”. Inoltre, nella proposta di piano per la transizione ecologica sono descritte anche alcune azioni per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, tra cui la rinaturalizzazione del bacino del Po che riguarda cinque regioni, e le tecnologie connesse al riscaldamento, all’efficientamento energetico e alla manifattura che dovrebbero dare un forte impulso alla riduzione dell’inquinamento, principalmente nella Pianura padana.

Economia circolare
La seconda linea d’azione di Cingolani, quella indiretta definita “indiretta” si basa sul potenziamento dell’economia circolare. L’intero programma relativo alla circolarità vale circa 20 miliardi di euro e recentemente è uscito un bando da quasi due miliardi per gli impianti circolari come annunciato dal ministro. 
Sono in corso interlocuzioni con il ministero delle Politiche agricole sul fatto che con opportune metodologie si può aumentare l’efficienza energetica delle nostre aziende agricole – ha spiegato Cingolani – con il fotovoltaico sui tetti e la rimozione dell’amianto, il fotovoltaico verticale, la circolarizzazione delle biomasse leggere e delle deiezioni animali per fare biogas ed eventualmente biometano, incentivando la sostituzione di mezzi agricoli che vanno con vecchi carburanti. 
Un altro ambizioso obiettivo del ministero della Transizione ecologica è raggiungere l’80% della raccolta differenziata. 

Ripristino e tutela della biodiversità
Infine, una sezione fondamentale Piano è dedicata al ripristino e al rafforzamento della biodiversità, con la realizzazione di nuovi parchi e aree marine protette, ma anche attraverso l’investimento sulla digitalizzazione per la protezione e il miglioramento delle procedure amministrative. 
Dei 18 miliardi che riguardano la parte biodiversità, natura, ambiente, territorio, oltre 4 miliardi sono per l’acqua. – sottolinea Cingolani – Oggi abbiamo oltre il 40% di perdite idriche su una rete di 24 mila chilometri, in particolare concentrate su 15mila chilometri di acquedotti. C’è da ottimizzare l’irrigazione dei suoli agricoli nelle grandi pianure. Abbiamo previsto la creazione di invasi che diventino riserve idriche per i periodi di siccità.
Quello presentato da Cingolani è un programma ambizioso, ma necessario (anche se resta da chiarire la spinosa questione delle trivellazioni che non è stata affrontata e che in Italia sta tornando a far paura).
Ci auguriamo soltanto che non restino soltanto parole. Il Pianeta ha bisogno di azioni concrete.

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