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La cooperativa che con il suo biogas riscalda l’ospedale
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La cooperativa che con il suo biogas riscalda l’ospedale

2 Dicembre 2020 Attualità 26

La cooperativa “Speranza” è nata nel 1974. Grazie al digestore, l’Irccs di Candiolo risparmia 200 mila euro l’anno: il 5% degli incassi del teleriscaldamento viene devoluto alla casa che ospita i familiari dei malati

da La Stampa (Claudia Luise) – All’orizzonte si vedono le Alpi che sovrastano i campi. A sinistra c’è la stalla dove vengono allevate le mucche che restano la principale attività della cascina agricola. E poi a destra, giusto al di là dei campi, c’è l’Istituto di ricerca sul cancro di Candiolo. In linea d’aria dista meno di 2 chilometri. La cooperativa Speranza nasce qui quasi 50 anni fa e proprio guardando alla realtà che la circonda ha intrapreso un percorso di economia circolare che l’ha portata prima a riscaldare l’Irccs con il biogas e poi a produrre biometano liquido dal letame e dagli scarti di coltivazione. Due generazioni e ora sta iniziando a lavorare la terza, la sua storia aziendale è stata segnata da tre tappe fondamentali che l’hanno portata ad essere un esempio di integrazione tra innovazione, rispetto per l’ambiente e legame con le proprie origini. “Siamo nati nel’74 con l’obiettivo di vendere al pubblico la carne dei nostri vitelli e oggi continuiamo a vendere la nostra carne direttamente, senza intermediari. Già allora era stata una scelta virtuosa perché alcuni commercianti ci chiedevano di usare estrogeni. Non l’abbiamo mai voluto fare e quindi abbiamo iniziato la vendita diretta. Una scelta lungimirante tenendo conto di quel periodo storico e della sensibilità dell’epoca sul tema”, racconta Carlo Vanzetti, tra i soci fondatori di Cooperativa Speranza, commentando la prima tappa che ha segnato la storia aziendale.
“Un’altra svolta c’è stata nel 2008 quando ci siamo affacciati al mondo delle energie rinnovabili. Siamo a meno di 15 chilometri da Torino, producendo latte e carne di qualità volevamo che i nostri scarti non dessero problemi a nessuno. Quindi abbiamo avviato il primo digestore da 1 megawatt che funziona con letame, liquami e sottoprodotti dell’azienda agricola tra cui una piccola parte di mais. Poi – racconta ancora Vanzetti – ci siamo resi conto che potevamo fare un altro digestore e nel 2010 abbiamo iniziato a collaborare con l’Istituto per la ricerca sul cancro ed è nato il progetto che poi ha consentito di riscaldare l’ospedale”. A portare calore all’Irccs è una tubatura interrata di 1,7 chilometri per un totale di 9 milioni di kW termici che si traducono in un risparmio di 200mila euro per l’ospedale. Il 5% degli incassi del teleriscaldamento vengono devoluti alla Casa di accoglienza La Madonnina, costruita dalla comunità candiolese per ospitare i parenti dei malati ricoverati in ospedale. Quello che poi avanza dagli impianti di digestione anaerobica serve poi per concimare i campi della cooperativa e dei pensionati della zona che hanno l’orto. “Ci sentiamo una parte integrante del nostro territorio e per noi è una cosa importantissima perché crediamo che qualunque attività possa funzionare e andare bene se è condivisa”, spiega Vanzetti. A oggi nella cooperativa lavorano cinque aziende agricole per un totale di circa 40 collaboratori. Molto curate le stalle, dove al primo posto c’è il benessere animale garantito anche dalla tecnologia tra cui robot che mungono in automatico le mucche quando l’animale lo richiede.
“In sei anni abbiamo ammortizzato il nostro investimento e abbiamo iniziato a guardare al nostro futuro. Abbiamo il dovere di creare delle opportunità e per questo – sottolinea il socio – stiamo per attivare uno dei primi impianti in Italia di biometano liquido da matrici agrozootecniche”. Oltre a questo verrà prodotta C02 che verrà venduta a una azienda del territorio che si occupa di gas tecnici e a una ditta locale che imbottiglia acque minerali. Oggi l’anidride carbonica si estrae da pozzi sotterranei e molta viene acquistata in Germania. Con questo processo non inquinate, invece, si ottiene anidride carbonica purissima. Dal nuovo impianto di bioGNL verranno ottenute 6 tonnellate al giorno di metano destinato ad alimentare 50 mezzi pesanti del gruppo Manganetti, storica azienda Valtellinese di trasporti. L’azienda è stata anche la protagonista del Bdr Tour, il viaggio del Consorzio Italiano Biogas tra le migliori aziende agricole del biogas in Italia.

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